“Quindi mi sono concesso un lungo sospiro, ho estratto dalla borsa il quaderno, mi sono calcato per bene il cappello in testa e ho scritto di ciò che mi era successo, senza badare più al mare, ai granelli di sabbia che spinti dal vento caldo mi stavano smerigliando le caviglie.”

È una calda mattina d’ottobre quando il disilluso ottantaduenne Nicola Gamurra, dirigendosi in spiaggia, il borsone e la sedia pieghevole in spalla, la vede: «una figurina dai contorni d’oro», di cui a stento riesce a dare una definizione, pur riconoscendone all’istante la più profonda natura. Si tratta di un’energetica ventiquattrenne, di nome Lu, che quasi tutte le mattine porta in mare una canoa rossa; e che pagaiando risveglia nell’anziano il ricordo della madre, prematuramente scomparsa. Nicola inizia a sentirsi un figlio «al passato remoto», mentre vede il mistero materno sciogliersi al futuro, nel corpo e nei moti di una ragazza che pur non le somiglia in nulla.

Questo è, in poche parole, il nucleo del nuovo romanzo di Domenico Starnone, Il vecchio al mare (Einaudi, 2024), la cui vicinanza con Il vecchio e il mare di Hemingway è voluta, ma per fini ironici: nulla di quanto succede al vecchio Santiago si prospetta infatti a Nicola – nessuna lotta titanica con la natura (se non con quella più profonda della vecchiaia). Semplicemente, una piccola località costiera con i suoi piccoli segreti (un marito fedifrago, un professore licenziato…), ed un’estrema sensibilità e delicatezza.

La carriera di Starnone prende avvio nel 1987 con il romanzo Ex cattedra, nutrito della sua lunga esperienza come insegnante, e si allarga presto al piccolo e al grande schermo, tra adattamenti dei suoi testi e sceneggiature originali. Nel 2001 il romanzo Via Gemito (2000) gli vale il Premio Strega e un posto come finalista al Campiello. La sua ampia produzione narrativa raccoglie anche, tra i molti, Denti (1994), Labilità (2005), Lacci (2014) e Confidenza (2019), cui non nuoce affiancare il più recente e saggistico L’umanità è un tirocinio (2023).

Il vecchio al mare nasce dalla commistione di maturità letteraria e maturità anagrafica, sulla quale vengono innestati temi cari all’autore e già disseminati nelle sue opere: l’amore, il passato, la ricerca di speranza. Trionfa ovviamente la riflessione sulla vecchiaia, ma un ruolo altrettanto centrale è dedicato ai dettagli, alla minuta quotidianità italiana, e soprattutto a quella famigliare – ricordata e osservata –, nel bene e nel male.

Alla ricerca di una dimessa autenticità rappresentativa corrispondono nel testo le riflessioni del protagonista sulla propria scrittura:

Ho detto a me stesso: se non ho le qualità necessarie per le cose grandi, mi concentrerò sulle piccole e ci lavorerò con le carabattole che ho sottomano. E così là, nel mio incavo, raggomitolato, spalle curve come la cima di una roncola, ho assemblato fino a oggi – badando a non salire mai di tono, a non fingere di saperla lunga – donnette e ometti senza fisica e astrofisica, senza algebra e chimica, senza scienza della propria anima e di quella altrui…

Nell’incedere calmo della prosa si delinea un elogio dei tempi lenti, l’anelito ad una quiete che non può mai essere, almeno per Nicola, né interna né esterna: innanzitutto poiché non riesce ad estinguere alcuni desideri, come quello di ritrovare la madre nelle donne della propria vita. Ma al contempo la felicità, o almeno una divertita tranquillità, si lascia intravedere, come un lampo, nell’attimo in cui l’immaginazione potenzia la realtà senza nasconderla o falsarla, senza ingabbiarla in trame predisposte.

Così il vecchio giustifica la fantasia operante in Niní, il figlioletto di Lu, quando s’immagina una piovra gigante in mare: «le storie sono belle e utili proprio perché abituano la testa a non accontentarsi delle apparenze, a cercar oltre». E sempre così può egli gioire, mentre Lu gli insegna a pagaiare, sentendosi una rara fusione di «polietilkevlarcarnevecchiacarnegiovanefigliofigliamadremarevitamorte», autentico e freudiano mostro marino.


Recensione di Gian Marco Evangelisti

Domenico Starnone,  Il vecchio al mare,  2024,  Einaudi,  pp. 122,  ISBN: 9788806255817