
“Una relazione di ottimismo crudele si instaura quando qualcosa che desideri è in realtà un ostacolo alla tua stessa realizzazione. Potrebbe trattarsi di un cibo o di un amore; della fantasia di una buona vita o di un progetto politico […]. Relazioni ottimistiche di questo tipo non sono crudeli di per sé. Diventano crudeli solo quando l’oggetto che suscita il tuo affetto ostacola in maniera attiva l’obiettivo che inizialmente ti ci aveva spinto.”
Dopo oltre un decennio dalla sua prima pubblicazione (Cruel Optimism, 2011), Ottimismo crudele di Lauren Berlant è ora disponibile nella traduzione italiana di Chiara Reali e Giorgia Demuro per Timeo, una casa editrice indipendente nata nel 2023. Di grande rilevanza nel panorama della teoria culturale, fin dalla sua uscita, questo saggio ha suscitato un forte interesse negli studi accademici e non solo.
Lauren Berlant (1957-2021) è stata una delle figure più influenti nell’ambito della teoria culturale e della critica letteraria. Nella sua opera, infatti, ha sviluppato un approccio originale allo studio delle politiche del desiderio e delle forme di appartenenza sociale, ponendo particolare attenzione ai modi in cui la cultura popolare e i discorsi pubblici modellano le esperienze individuali e collettive. Ottimismo crudele rappresenta l’apice della sua riflessione, che qui trova una forma particolarmente incisiva.
A partire dagli anni Ottanta, Berlant osserva come il generale declino dello stato sociale e l’ascesa del neoliberismo nelle democrazie occidentali abbiano minato le promesse di sicurezza e prosperità. Nonostante ciò, le persone continuano ad aggrapparsi a queste promesse, cercando stabilità in modelli di vita che non corrispondono più alla realtà. Questo attaccamento alle fantasie normative del “buon vivere” crea una situazione di crisi dell’ordinarietà, in cui la crisi non è più un evento straordinario, ma diventa parte integrante della vita quotidiana.
Berlant sottolinea che il desiderio non è intrinsecamente nocivo, ma diventa “crudele” quando l’oggetto a cui si aspira impedisce, anziché favorire, la realizzazione personale. Questo porta a una condizione di stallo, in cui le persone investono in desideri che limitano la loro crescita.
L’autrice attinge a una vasta gamma di materiali – dalla letteratura alla cultura popolare, dal cinema alla filosofia – per costruire una riflessione ampia e stratificata. Il saggio è espressione di una critica culturale in un dialogo costante con l’Affect Theory. Tuttavia, non è un’opera di facile classificazione nemmeno a livello accademico, in quanto mescola approcci e metodologie diverse, rifiutando schematismi rigidi.
Lo stile di Berlant è denso e concettualmente sofisticato, e il libro richiede una certa familiarità con il pensiero teorico contemporaneo per essere pienamente apprezzato. Tuttavia, la sua capacità di illuminare le tensioni del presente, offrendo strumenti per comprendere il rapporto tra desiderio, potere e condizione esistenziale, ne giustifica ampiamente le asperità.
La pubblicazione in italiano, seppur tardiva, è un contributo fondamentale per il dibattito culturale attuale. Ottimismo crudele non è solo un’opera teorica, ma un’analisi penetrante della condizione contemporanea, che invita a riflettere sulle illusioni che ci tengono legati a modelli di vita insostenibili.
Recensione di Vera Marson
Lauren Berlant, Ottimismo crudele, traduzione dall’inglese di Chiara Reali e Giorgia Demuro, 2025, Timeo, pp. 480, ISBN: 9791281227071